martedì 29 marzo 2011

Di nuovo in pista

Rieccomi. Sono tornata - quasi – alla normalità: assenza di lavoro, tempo per leggere, calma per scrivere e, a volte, pulizie di casa. L’unica differenza è che non sono sola, aspetto una bimba, quindi ho molta più fame e sonno di prima. Ma non preoccupatevi, non cambierò i miei mascolini gusti letterari per tuffarmi in effluvi di melassa e ve lo dimostrerò.
Intanto comincio col commentare “Cauldron, fornace di stelle” di Jack McDevitt, uscito da poco su Urania.
Fantascienza, s’intende. Non ha una copertina memorabile (scusate, non ce l’ho fatta a non inviare una frecciatina ai lettori accaniti di SF che si stanno accapigliando per indovinare il numero cento di Urania Collezione) ma è una lettura piacevole.
McDevitt avrà fatto numerosi lavori prima di affermarsi come scrittore, il che lascia ben sperare anche me, tuttavia si vede che questo romanzo non è il suo primo esperimento. E’ equilibrato, scorrevole, crea la giusta dose di aspettativa. Soprattutto è terribilmente attuale. La Terra, dopo aver assistito a una gloriosa fase di viaggi nello spazio, si è ripiegata su se stessa e ha tagliato i fondi alla ricerca. Alcuni sognatori pensano di poter rilanciare la corsa allo spazio ma si trovano a dover organizzare collette per la raccolta di fondi sempre più tristi, sempre meno frequentate. A parte i problemi contingenti, sovrappopolazione, cattiva distribuzione delle risorse, necessità di trovare fonti di energia alternative, c’è un’incognita che spaventa più di tutte: perché nello spazio si aggirano delle sonde aliene capaci di annientare ogni forma di tecnologia che incontrano?
L’uomo non è il solo abitante tecnologico dell’universo, s’intende, ma è forse il più pavido. Meglio restarsene nella propria confortevole caverna che cercare di risolvere i grandi dilemmi che costellano il circondato. Chi può salvare l’umanità da se stessa?
McDevitt punta su una donna, un’ex-pilota di astronavi che ha lasciato il lavoro per badare ai figli, e un agente immobiliare scontento del suo monotono quotidiano (anche perché c’è la crisi del mattone).
I due, accompagnati dall’immancabile scienziato, da un vecchio e da un giornalista (!), partono per il nucleo della galassia scommettendo su un nuovo sistema di propulsione e con ben due astronavi. Ecco. Fino a qui andava tutto bene ma immaginarsi un viaggio di settimane su un’astronave semideserta (pardon , non tengo conto del computer di bordo), senza uno straccio di tecnico che possa risolvere eventuali guasti!
L’atmosfera sull’astronave è claustrofobica ma non per merito dell’autore. Sinceramente due cani e un gatto non avrebbero saputo far di meglio per passare il tempo.
Vabbé. Lo scrittore aveva da poco vinto un Nebula, al decimo tentativo, lasciamolo rilassarsi.
La prossima volta vogliamo più personaggi, però, e magari qualcuno del settore. Mi sentirei più tranquilla se a salvarmi da un’entità aliena fosse uno con la laurea in astrofisica, sennò i nostri cervelli cosa studiano a fare?
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martedì 8 marzo 2011

Chiusura momentanea

Per pressanti impegni lavorativi e personali, il blog rimarrà chiuso per un mesetto.
Spero di tornare più in forma che mai!

P.S. Che sofferenza non aver tempo di leggere. E' come togliere l'alcol a una donna incinta.