Mi ero appena sposata, avrei dovuto essere felice, invece m’immedesimavo in Leopardi…
“Guardavo fuori, attraverso i vetri della portafinestra, e il mio sguardo s’imbatteva nella siepe informale al di là del vialetto d’ingresso.
Lo sguardo rimaneva sospeso, in attesa di vagare liberamente oppure di carpire un dettaglio interessante ma il fogliame, fitto, non permetteva di spaziare oltre né presentava anomalie particolari, se non una spropositata proliferazione, tanto da fagocitare la rete tra le due proprietà e dare origine a rigogliose cascate usurpanti buona parte del vialetto.
Era il mio passatempo preferito, tra la lettura di un annuncio di lavoro e l’altra. Mi piaceva perdermi nell’osservazione di quella siepe perché rispecchiava il mio stato d’incertezza. Non riuscivo a vedere il mio futuro ma nemmeno a godermi il presente, e intanto rivoli di nostalgia pervadevano il mio essere”.
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