mercoledì 28 ottobre 2009

Zucca barucca

Ebbene sì. Nemmeno quest'anno potrò esimermi dal festeggiare questa cosa chiamata Halloween, della quale, soprattutto gli amici di mio marito - tutti di sinistra - fingono di dimenticare l'origine a stelle e strisce. Pazienza. La soprannominerò la Festa della Dimenticanza, anche perché tali amici sembrano scordarsi di avere quasi quarant'anni... Cosa rispondere a un ospite che ti chiede di portare delle cibarie adatte a tale evento? Dolcetto o scherzetto? Troppo banale. Io ho risposto che preparerò una zuppa di ali di pipistrello (trovata nel ricettario di Alfred) ma l'amico, di sinistra, non ha apprezzato la battuta. Va bene, sarò meno dissacrante e porterò dei tramezzini fatti con le mie amorevoli manine ma pretendo di potermi divertire con l'abbigliamento. Stavo pensando di vestirmi di nero e arancione, per ricordare una zucca, così in questi giorni ho fatto un giro dei negozi di Vicenza per cercare una maglia arancione (i pantaloni neri li ho già). Ahimé, quest'anno i colori di moda sono: nero, grigio, blu e viola. Ma niente arancione. Scherziamo? Un colore acceso d'inverno? Dove vuole andare una vestita di arancione? Neanche fosse Olandese! Dovrò vestirmi come la solita vedova del sabato sera e dimenticarmi di essere a una festa. D'altronde, in mezzo al popolo delle primarie, non è il caso che mi scambino per una zucca trans-genica!

martedì 20 ottobre 2009

Copertina

Quant'è difficile scegliere l'illustrazione per la copertina di un romanzo! Quando si ha un amico fumettista, direte voi, è anche troppo semplice: gli si fanno schizzare due linee e via... Magari! Dopo un paio di settimane lui vi presenterà tre o quattro idee, naturalmente solo sbozzate, di cui una non è adatta alla scopo, una non vi piace per niente, una è così così e una potrebbe andare. Vi mettete d'accordo per sviluppare l'idea più interessante ma lui, nel frattempo, avrà i suoi impegni e, a tradiemento, svilupperà un'altra direzione, più dark, più "Millenium". Intanto l'editore vi soffierà sul collo per avere un indizio sulle capacità del disegnatore: non lo conosce e non sa cosa dovrà mettere in copertina su uno dei libri di prossima uscita. Stressate l'amico per farvi avere un paio di disegni da mandare alla casa editrice, anche buttati giù di fretta, ma l'amico, che desidera fare bella figura, non ha nessuna intenzione di inviarvi quattro sgorbi. Il tempo passa. Vi fate prendere dall'ansia. Mandate e-mail di fuoco al fumettista (e cominciate a chiedervi perché non avete scelto un quadro famoso, un benedetto ritratto del Cinquecento italiano, per andare sul sicuro). Lui si scusa dicendo che ha difficoltà a uscere Photoshop... e chi avrebbe pensato a Photoshop?! I disegni non si fanno a matita e china? Certo che no. Adesso si fa tutto a computer, sempre che ci si sappia accoppiare con il programma giusto. Alla fine si presentano all'editore tre disegni e lui dice che preferisce quello dark, stile Millenium, che voi odiate. La copertina sembra quella di un romanzo giallo degli anni Cinquanta di cui vostra nonna ha un'ampia collezione e dalla quale ha tratto il nome di vostra madre (un nome improbabile, certamente un errore di traduzione o di lettering). Voi odiate il nero. Voi siete solari e volete una copertina divertente, adatta al contenuto del libro. Si rimette in moto il disegnatore, che nel frattempo vi usa come scusa per non aver passato l'esame d'inglese all'università e voi vi sentite pure in colpa per avergli chiesto il favore... Alla fine la copertina arriva. L'editore non è entusiasta ma tant'è. Voi pagate per pubblicare. E poi, volete mettere? Una tavola nella quale siete rappresentate distese e con le tette a punta, cioè come se fossero rifatte. Almeno avete pagato per qualcosa.