sabato 17 luglio 2010

Capovolgimento

Orfana dai mondiali di calcio, ho letto un romanzo africano, "Gli Stati Uniti d'Africa" di Abdourahman A. Waberi. Lavoro interessante per il capovolgimento di prospettiva: l'Africa è il continente civilizzato mentre il resto del mondo, tra cui la cara Europa, un focolaio di lotte tribali e pulizie etniche. La protagonista, una bambina nata nella repressa Normandia, viene abbandonata dalla madre indigente e adottata da una rispettabile famiglia della borghesia di Asmara (Eritrea).
La storia si focalizza sul viaggio interiore della protagonista che, diventata adulta, desidera, come tutti gli adottati, entrare in contatto con la madre biologica. Non c'è azione, non c'è trama nel senso stretto della parola, c'è solo il pregnante dialogo tra l'autore e la protagonista, che si danno del tu, dando vita al primo romanzo in seconda persona che io abbia mai letto. Gli Stati Uniti d'Africa si fa leggere volentieri per le sue descrizioni, la sua atmosfera calda e allegorica, l'originalità compositiva. Lo consiglio a chi vuole immergersi per poche ore in una lettura che trasuda di vita e di morte, di speranza e di abbandono, ma non a chi è fermo nelle sue convinzioni e non sa immedesimarsi negli altri.
L'autore è uno di quelli utopisti, uno di quelli che pensa che la letteratura possa migliorare il mondo. "Se i racconti rifioriscono, se le lingue, le parole e le storie tornano a circolare, se la gente impara a identificarsi con personaggi nati al di là della frontiera, questo sarà sicuramente un primo passo verso la pace".
Magari! Nel frattempo, mentre aspetta che le sue opere di denuncia facciano il loro effetto, vive nella "sottosviluppata" Francia... ma si sa: nessun profeta è compreso in patria.
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