mercoledì 11 maggio 2011

Lo zingaro di Maria

E’ difficile riassumere “Come la Madonna arrivò sulla Luna”, che si svolge tra il 1957 e il 1989 in Trasmontania, immaginaria repubblica baltica, dello scrittore tedesco Rolf Bauerdick.
Dentro vi sono: storia, con annesso revisionismo politico; religione; la questione degli zingari; un paio di delitti; un romanzo di formazione; un amore durato trent’anni e tanto divertimento.
Il romanzo offre mille spunti di riflessione ma l’autore riesce sempre a tenere presente da dove ha iniziato e dove vuole andare a finire, e i piccoli flashforward che inserisce qua e là non danno fastidio, anzi, invogliano a proseguire nella lettura delle 470 pagine.
Vale la pena di leggerlo per immergersi nell’atmosfera della Guerra Fredda, dei suoi proclami, dei suoi metodi spicci, delle minacce e dello stato d’insicurezza nel quale ha attanagliato il mondo per anni. E’ meglio non dimenticare.
L’aspetto più interessante, comunque, è costituito dall’intransigente fede mariana con la quale due dei protagonisti interpretano gli eventi mondiali che accadono durante la loro vita, compreso il primo allunaggio degli Americani, dando luogo a una sequela di equivoci esilaranti e di situazioni paradossali che il lettore farà fatica a dimenticare. Mitico l’episodio del telescopio (chi mi conosce sa che mio marito ne possiede uno costato un occhio della testa ma che giace inutilizzato… il telescopio, intendo, e si ricorderà senz’altro del brano di Testamento Tribolacco nel quale parlo di questi aggeggi infernali).
Ho scelto il libro per caso, senza averne letto alcuna recensione, e ne sono rimasta piacevolmente impressionata. ****

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