mercoledì 26 maggio 2010

Cetaganda

L'ennesima puntata della saga del giovane Miles Vorgosikan, "Cetaganda" di Lois MacMaster Bujold, per metà fantascienza e per metà un giallo, si potrebbe anche leggere senza sapere niente delle precedenti avventure. Attenzione, però: potreste rimanerne affascinati e sentire il bisogno di cominciare dall'inizio. Non perché il protagonista sia un avventuriero arguto e coraggioso o perché le sue peripezie siano onorevoli tentativi di salvare l'universo da otto pianeti votati alla conquista ma perché Miles, con i suoi difetti fisici che lo fanno zoppicare e apparire goffo, con la sua curiosità che lo porta a cacciarsi nelle situazioni più diplomaticamente riprovevoli, con il suo sesto senso per l'intrigo che gli fa scorgere nel più noiso dei funerali di stato un pericoloso complotto genetico, ci fa morire dalle risate. Riesce a farsi ustionare da una proiezione olografica e - quasi - incenerire da un tappeto erboso a una mostra d'arte. Riesce a scendere in picchiata da un grattacielo dentro una specie di bolla di sapone e a finire tra le braccia delle più belle dame di Cetaganda senza beccarsi neanche un bacio ma meritandosi una medaglia al valore. Si tratta dell'unico protagonista della SF che diventa eroe ancora prima di essere un uomo. Riuscirà il nostro Miles a crescere e a meritarsi un'astronave tutta sua (senza rubarla)? ****

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