giovedì 30 dicembre 2010

Di nuovo fantascienza

Ci sono ricaduta, questa volta per colpa di Robert Silverberg, scrittore americano molto prolifico. Il romanzo che ho letto, "Shradrach nella fornace", è stato scritto nel periodo maturo dell'autore, vent'anni dopo che gli fu assegnato il premio Hugo.
Il protagonista è un medico al servizio del Dittatore che si trova a voler rispettare il giuramento d'Ippocrate, da una parte, e a cercare di limitare il poteri del vecchio e paranoico capo, dall'altra.
Sullo sfondo è presente la degenerazione organica, un virus che conduce l'umanità allo sfacelo ma che potrebbe essere debellato. Tuttavia viene trascurato dal dittatore perché funzioni come leva di obbedienza: solo pochi burocrati ricevono il vaccino, agli altri non rimane che sperare e intanto morire.
I temi sono interessanti; purtroppo il testo è scritto al tempo presente, le frasi sono semplici e i dialoghi elementari, come se Silverberg avesse qualche titubanza a concordare il contenuto con la forma.
Ci sono inoltre molte parentesi che rallentano inutilemente il ritmo - altro che novelas intercaladas di Cervantes! - e non aggiungono niente alla trama.
Se non altro il finale è lontano dall'essere banale. Il medico decide di rimanere accanto al dittatore, sebbene rischi la vita, anzi, trova un modo per renderlo innocuo. Il trucco non è così semplice, la storia recente lo dimostra. I dittatori non si fanno detronizzare né si accontentano del senato a vita...
Lo consiglio a chi vuole riflettere sui meccanismi del potere e sulle reazioni dei cosidetti onesti ai suoi soprusi.
Due stelle e mezza.

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