giovedì 23 giugno 2011

Aria di vacanza

“Un assistente di viaggi… mi raccontava che un cliente, giorni fa, doveva andare da Milano a Roma e pretendeva di prenotare l’Enterprise. Dopo un lungo negoziato, si è scoperto che voleva dire Intercity”.
“Ci sono i «bustinomani» - nulla di illegale, sia chiaro – che amano mettere il biglietto (aereo) in una bustina trasparente, che va dentro una busta di carta, che sta dentro una busta di pelle”.
“La cintura del sedile posteriore, poi, viene considerata una cosa eccentrica, oppure ignorata. Mi è accaduto di salire nell’auto di un amico (padre di tre figli), e di allacciarmela. Quando ha sentito lo scatto, si è girato e mi ha chiesto: «Dove l’hai trovata?»”
Questi sono alcuni passaggi del “Manuale dell’imperfetto viaggiatore” di Beppe Severgnini pubblicato nel 2000.
Il saggio indaga il comportamento dell’italiano medio dall’agenzia di viaggi al ritorno a casa, passando per il tragitto (in auto, in camper, in aereo, in nave…), il soggiorno vacanziero vero e proprio, gli imprevisti (dimenticanze varie, vestiti sbagliati, fregature al momento di acquistare gli immancabili souvenir ecc.), le bravate, il rapporto con i cibi esotici, l’ostentazione del cellulare, la difficoltà di calcolare una mancia dignitosa, il comportamento con gli altri italiani incontrati in vacanza, le visite a musei, le foto ricordo. Tutto, insomma. O quasi. Mancano solo un accenno a quelli che si presentano al check-in dell’aeroporto in infradito e la constatazione che i bambini, in vacanza, si ammalano delle patologie più rare rovinando immancabilmente l’unica settimana di “riposo” dei genitori.
Per il resto è un quadretto veritiero e simpatico dei vacanzieri italiani fatto da uno che è stato parecchio all’estero e quindi ha potuto confrontare le manie dei compatrioti con quelle degli americani, soprattutto. Non è l’unico saggio scritto da Severgnini sull’argomento: essendo di stretta attualità e cambiando le abitudini in fretta (a seguito del progresso tecnologico), il comportamento varia di conseguenza e va tenuto costantemente monitorato. Se vi capita di trovarne uno per casa (“Italiani con la valigia” ma anche “Un italiano in America” o “Italiani si diventa”) portatevelo in spiaggia e leggetelo. Non sia mai che smettiate di rompere al vicino di ombrellone con i vostri racconti intimi o di vantarvi di quanto poco avete speso per comprare quella borsa finta di Hermes da regalare a vostra cognata facendola passare per originale…
Di originale, nelle vacanze degli italiani, c’è solo la commedia umana di cui si sentono gli splendidi protagonisti.
P.S. Caro Beppe, anch’io ho giocato a ping-pong a Guadalupa! Ma non sotto una tettoia, anzi, in pieno sole e alle due del pomeriggio, dopo aver mangiato salsiccia di colombo e mousse al cocco. Ero in viaggio di nozze e ho vomitato per due giorni.

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