sabato 16 ottobre 2010

Perplessità

Cosa succede quando, su un pianeta di tipo terrestre, l'Ente Universale per le Forme Intelligenti manda una missione per l'incremento tecnologico che, invece di favorire la specie più avanzata, dona un'astronave a una razza di cavernicoli?
E' quello che si domanda Ursula K. Le Guin in "Il mondo di Rocannon".
Non succederebbe proprio niente se i cavernicoli, come ringraziamento, non donassero agli uomini un gioiello rubato e se la legittima proprietaria di quest'ultimo non decidesse d'inseguirlo attraverso le stelle. Al suo ritorno, dopo un'assenza che a lei è sembrata di poche ore ma che è durata molti anni, la principessa trova il suo regno in pericolo. Degli stranieri hanno deciso di fare di quel mondo una base militare. Favoriti dalla posizione defilata del pianeta e dalla sua natura incontaminata, stanno preparando l'attacco decisivo all'Ente Universale.
L'ambientazione, che ricorda più un fantasy medioevale che un romanzo di fantascienza, è costellata di fortificazioni, foreste, villaggi rurali, innevate montagne tanto care alla Le Guin (vedi "La mano sinistra delle tenebre"), nonché di animali volanti simili a piccoli draghi. Non è propriamente il paesaggio che ci si aspetterebbe leggendo della SF.
Il protagonista, il cui nome si trova nel titolo, combatte le avversità a mani nude. Uno dei pochi riferimenti alla tecnologia si trova alla fine e costituisce una forzatura. Dopo un lungo e pericoloso viaggio verso la base del nemico, non vi è la classica battaglia finale, vista la disparità delle forze in campo, ma un colpo di spugna che lascia perplessi.
Una delle opere meno riuscite della scrittrice.

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